Jean-Claude Ellena: l’esclusiva intervista di 50 ml al maestro dei profumi

L’esclusiva intervista di 50 ml al maestro dei profumi: Jean-Claude Ellena si racconta

Se siete appassionati della nicchia, siamo sicuri che questo nome vi farà scattare dritti in piedi in segno di rispetto: stiamo parlando di Jean-Claude Ellena, “lo scrittore dei profumi”, come lui stesso ama definirsi. Abbiamo avuto il piacere di fare qualche domanda al naso che da più di 50 anni si diverte ad esaltare le sfaccettature degli ingredienti più famosi della profumeria, senza perdersi in piramidi arzigogolate, ma ricercando l’essenziale.

Il percorso della sua formazione sembra uscito dal romanzo di Suskind, “Il profumo”: tutto comincia nel giardino dove, con la nonna, Ellena raccoglie i gelsomini da vendere ai profumieri. A sedici anni diventa apprendista di oli essenziali, a ventuno si trasferisce a Ginevra (scuola Givaudan, di cui diviene Chief Perfumer nell’83 ndr) e, dopo una lunga serie di esperienze sul campo, brilla come naso per Hermès per ben 14 anni.

Il suo ultimo libro, “Atlante di botanica profumata”, pubblicato nel 2020, ha riscosso un grande successo grazie al perfetto bilanciamento tra competenze tecniche e una piacevole selezione di chicche sulla profumeria.

  Quanto è stato importante il confronto con altri nasi nelle diverse fasi della sua carriera? Confrontarsi non è utile, lo scambio e la condivisione lo sono. Non si parla dell’essere i più forti o i primi, ma di offrire in condivisione il proprio sapere. Il sapere non è il talento. Il talento non può essere spiegato: è qualcosa di più.   Lavorare in maniera indipendente o lavorare per un’azienda con regole specifiche: quali sono i pro e i contro per un naso? Da Hermès, Jean Louis Dumas mi ha offerto tutta la libertà che stavo cercando. Pensava che fossero i creativi a “fare” la maison Hermès e non il marketing. Ho esercitato la mia libertà senza alcun limite, ci ho preso gusto. Oggi sono indipendente e mi prendo i MIEI rischi. Quando si lavora per un’azienda, è l’azienda a prendersi i rischi.   Domanda del 2021: quanto è cambiata la sua vita senza poter sentire gli odori di tutti i giorni (causa mascherina)? Già per noi persone comuni è stato un cambiamento notevole, ci chiedevamo come possa vivere questa situazione un naso. Si sente molto meglio senza mascherina, questo è chiaro. Se dovessi perdere il mio olfatto, sarebbe per me un vero handicap. Il Coronavirus ha dimostrato l’importanza dell’odore, dell’odore dell’altro, del partner…esistiamo proprio perché sentiamo.

Intervista con Ellena

Da anni ormai si parla di profumeria molecolare. Come ha modificato il suo modo di lavorare il poter utilizzare molecole “costruite ad hoc” per stupire?

Le prime molecole apparvero nell’arte della profumeria nel 1850. Da allora non hanno mai smesso di apportare nuove note, nuove nuances ai profumi. Da un lato cento materie naturali, dall’altro migliaia di corpi di sintesi in più. La chimica è astrazione, il naturale è la realtà. Il gelsomino è il gelsomino, il sorriso è un emozione. Tocca al profumiere trovare il miglior modo di mettere il sorriso nel gelsomino e questo avviene attraverso l’astrazione.  

A quale delle sue creazioni è più affezionato e perché?

Non risponderò a questa domanda. I miei attaccamenti cambiano e amo tutte le mie creazioni.  

Head Space, Estrazione CO2 e altre tecniche innovative continuano a comparire nel mondo dell’estrazione di materie prime: come cambia il lavoro di un naso con queste innovazioni? Si semplifica oppure l’estrema varietà di scelte lo rende più complesso?

La tecnica Head Space è apparsa per la prima volta negli anni ’70.  All’epoca, mostrava i suoi limiti e suscitava scarso interesse. L’estrazione al CO2 è più interessante, ma ha comunque i suoi limiti. Questo metodo d’estrazione funziona molto bene con i prodotti secchi, con le spezie, con i grani, ma non per le materie fresche, contenenti acqua, come le foglie, i frutti o i fiori.

   

Fra i molti nasi celebri lei è uno di quelli che utilizza meno ingredienti nelle proprie formule. Quante materie prime e quanti oli essenziali sono presenti nel suo “organo”? C’è un ingrediente al quale non riesce a rinunciare?

La mia collezione si compone di 200 materie, naturali e sintetiche (40/60). Io ne ho utilizzate 120. Le altre 80 sono i “non si sa mai” e sono naturali come anche chimiche. Poiché la collezione è ristretta, non resisto a nessuna di loro, tutte mi sono utili.

 

Nel libro ci racconta della ricreazione della brezza marina attraverso i sentori di cardamomo e pepe/finto pepe. Qual è un altro accordo che viene creato con note insospettabili?

L’accordo del té per l’acqua profumata della maison italiana Bulgari fu creata a partire da un accordo di tre componenti: lo Ionone (violetta), l’Hedione (gelsomino) e il bergamotto. L’accordo era nuovo e nessuno avrebbe mai immaginato che quei tre corpi assieme potessero evocare l’odore del té.

 

E’ più facile ricondurre una persona ad un odore oppure un odore ad una persona? Capita mai che, guardando uno sconosciuto per strada, pensi: “Sì, questa persona mi ispira un sentore di patchouli, piuttosto che di vetiver”.

«Lei è là, ne sono sicuro. Ha preso l’ascensore. Questo è il profumo del suo maglione, della sua camicetta ». Sappiamo bene che è l’odore a parlare della persona e non viceversa. Per questo rifiuto i profumi su misura. La persona non sa dire nulla dell’odore che potrebbe esprimere. Le risposte offerte sono sempre declinazioni di quello che le persone amano, che non apportano niente di più a ciò che quelle persone hanno già. Parlando con un esempio: io amo il blu e voi mi avete offerto il blu. Non aggiunge nulla di vero al mio essere.

 

C’è un odore che davvero odia e non sopporta a priori? Oppure riesce a valutarne la qualità andando oltre il suo giudizio personale? 

L’unica cosa che conta non è se l’odore è buono o cattivo, è che questo odore, questa materia odorante, mi è utile per capire quel che intravedo nel profumo e che immagino.

 

Profumeria artistica e fragranze di designer. Da rivenditori siamo infarciti di concetti sul perché siano mondi diversi (l’assenza di pubblicità, la qualità di materie prime, il seguire trend e ricerche di mercato), ma da creatore che ha operato in entrambi i mondi, che punto di vista ha? Quali sono le differenze principali?

Qualunque sia la distribuzione, la risposta è la distinzione. Credo che uno abbia in mano un buon profumo quando restano le domande, quando il profumo vi interroga, vi interpella, vi spinge a discuterne. Se la risposta è semplice, se è solo una frase, un rumore, un urlo e il discorso si interrompe rapidamente, è tempo di cambiare profumo.

 

All’interno del nostro catalogo, potete ritrovare Ellena nelle collaborazioni con Laboratorio Olfattivo (vedi Mandarino EDC, Baliflora EDP, Tuberosis EDP), nonché nelle fragranze di The Different Company, maison parigina fondata nel 2000 da Ellena stesso insieme a Thierry de Baschmakoff (vedi, in particolare, Bergamote EDT e Osmanthus EDT).