Simone Andreoli. Il naso italiano del nuovo millennio.

Simone Andreoli - La nostra intervista

Simone Andreoli, classe 1990 è senza dubbio una delle più belle novità del panorama della profumeria artistica italiana. Terminati gli studi a Grasse, patria delle fragranze d'Oltralpe se ce n'è una, Simone decide di lanciare la sua linea, che in poco tempo riesce a sedurre e fidelizzare anche il pubblico più esigente. In occasione del lancio della sua ultima fragranza, L'Or du Sillage, abbiamo scambiato quattro chiacchiere con lui.

Raccontaci un po' di te: da cosa nasce la tua passione per la profumeria e come si è sviluppata attraverso gli anni.

L’esplorazione della dimensione olfattiva inizia per me da bambino, coltivando un profondo interesse per il mondo degli odori. La mia infanzia è stata segnata da frequenti viaggi insieme ai miei genitori che mi hanno proiettato costantemente ad interfacciarmi verso contesti multiculturali e realtà distanti da quella quotidiana. Le esperienze in terre lontane mi hanno affascinato e fatto scoprire spezie, aromi e fiori esotici. In particolare i viaggi in Medio Oriente dove l’aria che si respira ha un odore completamente differente da quella in Occidente. Gli odori intensi e penetranti di quei luoghi hanno influenzato inconsciamente il mio gusto stilistico e l’impronta creativa.

All’età di 8 anni arriva il viaggio che segnò l’innesco della mia passione e quindi del mio futuro professionale ed artistico; la Provenza e la Costa Azzurra. Durante una vacanza di famiglia infatti andammo a visitare i laboratori degli essenzieri dove per la prima volta mi ritrovai davanti all’olfattorio di un profumiere; tre grandi scaffalature di ingredienti catalogati che il naso selezionava per la creazione del profumo.

Con la promessa di ritornare in quella terra iniziai il percorso di studi all'età di 18 anni presso il Grasse Institute Of Perfumery così imparai a conoscere le materie prime lavorando con essenze naturali e manipolando molecole sintetiche.

Come sei arrivato ad ideare il tuo "Diario Olfattivo".

Dopo 4 anni di studi in Francia tornai in Italia e decisi di intraprendere un percorso imprenditoriale in totale indipendenza dalle multinazionali del profumo. Ad un certo punto mi resi conto che per essere creativo e per esprimere le mie reali sensazioni avrei dovuto eliminare alcuni schemi, alcune regole utilizzando soltanto il mio “sentire”. Avevo bisogno di manifestare la mia creatività senza vincoli e limiti; dall'utilizzo delle materie prime fino alla formulazione che spesso nei miei profumi vive di contrasti ed eccessi. Avevo il desiderio di introdurre sul mercato una linea di alta profumeria che potesse, attraverso l’olfatto, ricondurre alle numerose esperienze itineranti ed intime che ho vissuto. Nella mia vita, gli odori hanno sempre rivestito un ruolo fondamentale e grazie al loro potere ritornano sempre alla mente persone, luoghi e momenti importanti. Grazie ad un odore è possibile a distanza di anni ricordare un viaggio, la casa di una persona cara o rivivere un’emozione. La vita è un diario di esperienze ed io attraverso questo “Diario Olfattivo” racconto le pagine della mia, attraverso i profumi che hanno scolpito nella mia mente esperienze indimenticabili.

Parliamo un attimo delle tue fragranze. Personalmente mi fa impazzire il Deep Island in cui usi delle note minerali, corretto? Che processo utilizzi per trasmettere queste note?

Deep Island è il profumo più discreto e quieto della mia linea; rappresenta anche a livello compositivo l’equilibrio interiore che decisi di interpretare a seguito della mia visita sull'isola di Miyashima in Giappone. Un profumo pacifico, senza tempesta. L’apertura con un accordo minerale è una freschezza artificiale ricreata con molecole di sintesi che poi passano in rassegna ad un corpo più orientaleggiante e vellutato.

Altra fragranza che mi ha incuriosito molto da subito è Camouflage, principalmente il fatto che sia una fragranza "nera". Cosa dona questo colore alla fragranza?

Camouflage è un profumo intrigante ed estremamente misterioso che racconta dei mercati mediorientali e della notte di Dubai. Tra i più apprezzati della linea. Il nero è il colore della notte, impenetrabile e pieno di poesia. Questa fragranza contiene alcune essenze e molecole dal colore molto scuro che poi vengono sublimate da alcuni pigmenti vegetali nella nostra officina di produzione. Penso che la sua enigmaticità olfattiva meriti di essere rappresentata da un colore oscuro che esprima la sua aura notturna, il nero.

Una domanda un po' tecnica: la differenza fra piramide olfattiva (per esempio quella del Business Man) e ruota olfattiva (come per esempio nel Sentosa) in cosa consiste?

La piramide olfattiva è un sistema di percezione per il quale le note olfattive arrivano in un “ordine” di volatilità; nel caso specifico, Business Man, ha una partenza estremamente frizzante ed esperidata che poi attraversa la fase più verde e aromatica del cuore per poi giungere al legnoso fondo, in questo caso trasparente, del vetiver. La “ruota olfattiva” ha una costruzione di note prevalentemente di fondo con un peso molecolare rilevante che le mette tutte sullo stesso piano percettivo e che emergono indistintamente in base alla chimica della pelle. Sentosa e Camouflage hanno una costruzione che per metà è composta di molecole molto pesanti, impercettibili sulla carta, ma che con il calore della pelle prendono corpo e volume sprigionando la loro forza olfattiva. Provate a spruzzare Camouflage sulla carta e su una mano…annuserete due cose molto diverse. Sono quasi “fragranze fantasma” che prendono vita quando incontrano il calore umano.

Tornando più a te...quali sono le tue note preferite: c'è chi predilige quelle animali, chi quelle fiorite. Tu che parte stai?

Personalmente amo tutte le famiglie olfattive, includendo anche gli odori reputati sgradevoli perché ogni sfumatura è importante. Credo che quando si parla di fragranze si debba parlare anche di umori, per questo in diversi periodi della nostra vita siamo più attratti o sensibili a determinati profumi. Nella mia vita indosso di tutto, dai profumi più cristallini e vivaci alle fragranze più dense e oscure…dipende dallo stato d’animo.

Probabilmente il fascino che ha esercitato il Medio Oriente durante la mia infanzia mi ha portato ad apprezzare maggiormente resine, legni e spezie per cui queste note olfattive hanno un effetto introspettivo rilevante su di me.

Il viaggio e la scoperta sono due temi a te molto cari. Da come racconti le tue fragranze immagino tu abbia viaggiato molto. Ti chiedo: ad oggi qual è il posto più affascinante che hai visto? Sei riuscito a creare una fragranza ispirata a quel luogo?

Viaggiare significa spingersi oltre i confini della propria terra e della propria mente; vuol dire conoscere e vivere senza barriere culture differenti arricchendo la propria interiorità personale. Il luogo che più mi ha affascinato è il Giappone; un paese con una storia e una filosofia di vita molto lontana dalla nostra. E’ stato uno dei luoghi che più mi ha colpito e che più mi ha portato a guardarmi dentro.

Ho dedicato Deep Island ad un’isola “santuario” (Miyashima) perché rappresenta un frammento di viaggio ma in realtà potrei raccontare il Giappone con altri 3 profumi. Di solito quando vivi a fondo un luogo e lo conosci molto fai fatica a raccontarlo interamente con una sola fragranza perché ci sono troppi aspetti che ti hanno colpito. E’ un po’ ciò che mi è successo con l’Italia di cui sono eternamente innamorato; è talmente complessa che meriterebbe una linea intera per essere raccontata in tutte le sue sfaccettature.

Il tuo marchio è nato solo qualche anno fa, ma le lodi da parte degli esperti del settore, ma soprattutto da parte dei clienti arrivano numerose. Ti saresti aspettato questo successo qualche anno fa, quando eri ai tuoi inizi?

Devo ammettere che pensavo si sarebbe sviluppato in maniera più lenta, specie in Italia perché lo scenario di mercato era saturo di offerta, inoltre avevo 24 anni quando la linea è debuttata ed essendo molto giovane, il più giovane, in molti avrebbero potuto essere scettici. Invece è accaduto tutto il contrario. E’  stata una sorpresa vedere tutto l’interesse e il riscontro che ci sono stati fin dall'inizio. Le fragranze sono state tutte concepite pensando esclusivamente alla qualità del contenuto e alla loro anima, perché un profumo deve avere anche qualcosa da raccontare e non essere semplicemente la miscela di preziosi ingredienti. Penso che ai consumatori sia arrivato questo e che abbiano amato l’autenticità del brand che si è proposto in modo diretto e senza maschere artefatte.

Cosa possiamo aspettarci dal tuo Diario Olfattivo per il futuro? Hai già in mente quale luogo visitare per la tua nuova fragranza?

Il marchio continuerà la sua evoluzione, ci sono ancora tante cose che vorrei raccontare attraverso la profumeria. Solitamente non scelgo un luogo per farmi ispirare, ma viaggio con un senso di esplorazione verso l’ignoto aspettando che l’ispirazione arrivi da sola e mi colga di sorpresa per essere imbrigliata. Sono gli attimi fugaci e i momenti meno attesi che riescono a colpirti. A volte non serve andare lontano, basta girare l’angolo dietro casa.